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martedì 31 luglio 2012

Samurai sedentari

Chi scorre per un po' i vari blog complottisti si accorgerà come i frequentatori abituali, sciochimisti, signoraggisti, denunciatori di questo e di quello, siano decisamente incazzati. I toni delle accuse sono infuocati, le invettive contro gli avvelenatori, i profittatori, ma soprattutto contro coloro che non accettano ad occhi chiusi le loro farneticazioni, pardon, i risultati delle loro ricerche, insomma le persone normali...
Ci si aspetterebbe, date queste premesse, che i nostri eroi si preparino per la lotta: vittoria o morte il loro motto! Con un ortaggio, cioè col cavolo. A parte che alcuni di questi personaggi, visti in foto, hanno l'aria piuttosto rachitica di quelli che, ai tempi andati, avrebbero avuto buone probabilità di venir scartati alla visita di leva; che la loro espressione fa pensare che se qualcuno li guarda male si mettono a piangere, c'è la questione che per andare a combattere contro tutti i mali che loro vedono nel mondo ( peccato che dei mali veri non parlino mai ) bisognerebbe alzarsi dalla sedia, lasciare il fido computer sempre connesso ad internet ed uscire per la strada, col rischio di far ridere la gente. Si sa lasciare il mondo virtuale per entrare nel mondo reale è uno sforzo immane. Quindi come lottano questi personaggi: scrivendo su blog che pochissimi leggono, rispondendo ai post e, in mancanza di interventi altrui ( tutti di persone che sono d'accordo, naturalmente, le critiche vengono prontamente censurate ) inventandosi un po' di fake, tanto per far vedere che sono seguiti.
Questo si chiama "diffondere la verità" e "creare la consapevolezza".
E vivono felici e contenti...

venerdì 20 luglio 2012

"giornalisti d'inchiesta"

In questi giorni, complici il caldo e il tempo libero, mi sono dedicato alla lettura, tra gli altri ho letto un libro di Giampaolo Pansa: "Carta straccia", sottotitolo "Il potere inutile dei giornalisti italiani". Tra le cosa che mi hanno colpito c'è questo breve paragrafo:
<<Alla "Stampa", al "Giorno" e al "Corriere della Sera", mi era stato insegnato che l'inchiesta era il top della professione, la prova di eccellenza, il traguardo glorioso di un cronista. Prima di arrivarci, e ricevere l'incarico di tentarne una, si doveva aver fatto molta gavetta. Passando per decine di servizi da piccolo inviato su casi di importanza secondaria>>
Tralascio il contenuto del resto del libro, vi consiglio di leggerlo, in cui si trovano diverse cose, tipo la guerra dei giornalisti italiani divisi in anti-cavaliere e pro-cavaliere (signori giornalisti, il cavaliere ha settantacinque anni, il giorno che non ci sarà più dovrete cominciare a scrivere, o a parlare nei talk show, di qualcos'altro, credo che per qualcuno sarà dura).
Ma, vi chiederete voi, dove vuoi arrivare con questa premessa? 
Esiste un universo di giornalismo, anzi di pseudogiornalismo, di cui, penso, Pansa non sappia nulla. E' quello dei tanti blog e siti di "controinformazione", o come dicono loro di "informazione alternativa". Non faccio nomi, ma penso che chiunque navighi regolarmente nella rete ne conosca diversi.
Se si leggono con attenzione un po' di queste "testate giornalistiche" si prova una sensazione di deja-vu, dopo poco ci si rende conto che ripetono continuamente le stesse cose: scie chimiche, haarp, alieni, complotti (degli ebrei, manovrati dai gesuiti che a loro volta sono controllati dallo SMOM, anzi dal NWO, ma non dimentichiamo gli illuminati...). Fonti? Non citate o meglio citate in abbondanza, nel senso che i vari blog complottisti si citano a vicenda, o si autocitano (la prova di quel che dico oggi è quel che ho detto il mese scorso o l'anno scorso). I personaggi che scrivono queste solenni baggianate amano definirsi "giornalisti d'inchiesta", naturalmente nessuno di loro si è sognato di fare la gavetta del cronista, andare in giro in cerca di notizia, magari passando ore nei pronto soccorso o nei commissariati in attesa di avere una notizia da comunicare al giornale. No, loro hanno iniziato con straordinarie inchieste sui massoni (prima me li ero dimenticati), i piani segreti di questi o di quelli, tutto beninteso copiato da internet, alla fine, se si cerca con pazienza, si può arrivare alla fonte iniziale che è "mio cuggino!"
I giornalisti che si inventavano le notizie, se venivano scoperti, si vedevano chiudere le prospettive di carriera (vista la qualità dei giornali di oggi forse non è più così), il "giornalista d'inchiesta" internettiano (chiamiamolo giornalista indipezzente), grazie alla disponibilità di spazio gratuito, può sparare frottole a raffica, nessuno lo ferma (anche se forse, in qualche caso, comincia ad intervenire la magistratura).